Interviste Ribelli #1
Silvia
Da quando abbiamo iniziato a parlare di Imprenditrici Ribelli siamo state contattate da tantissime donne che hanno condiviso con noi la storia della loro impresa e un pò della loro vita. Sono racconti emozionanti, commoventi e soprattutto densi di forza e di coraggio. Non potevamo tenerli solo per noi, così abbiamo pensato di farne delle interviste che raccogliessero i punti salienti delle storie di queste donne.
Iniziamo con Silvia, proprietaria di una impresa di servizi di amministrazione per condomini
Cosa significa per lei essere imprenditrice?
Significa aver preso in mano la mia vita: ero consapevole che nessuno meglio di me avrebbe potuto darmi le certezze in ambito lavorativo che stavo cercando. Poi ho scoperto che quello era solo l’inizio e ho deciso di fiorire.
Fiorire a quarantadue anni, però, può essere spiazzante per chi ti sta intorno, può voler dire rompere equilibri familiari consolidati e trovare la forza di prendere le decisioni da sola. Significa far comprendere a chi ti è vicino che hai iniziato un percorso di crescita positivo anche per la tua stessa famiglia.
Per me la mia attività non è solo lavoro: è apprezzamento e riscontro da parte degli altri. Significa anche rendersi conto che gli obiettivi non sono solo quelli immaginati all’inizio, ma anche quelli nuovi, che arrivano man mano insieme alla tensione positiva che ti sprona a raggiungerli e alla paura che devi vincere.
Amo il mio lavoro perché è mio e sta a me renderlo interessante. Non credo basti la grande passione: è indispensabile la capacità di dare concretezza ai propri propositi, perseverando anche quando le cose non vanno nel verso sperato.
Qual è la competenza che le è servita maggiormente?
Mettiamola così: ho accumulato nel tempo tutto quello che serviva per trovare un lavoro: laurea, esperienza lavorative di studio e lavoro sia in italia che all’estero, la lingua inglese. Poi però è arrivato il difficile: che decisioni lavorative e di carriera puoi prendere, sebbene attrezzatissima, quando hai lo stesso orologio biologico di una donna di Neanderthal? Anche qui l’inaspettato: essere madre single invece che rivelarsi una disgrazia mi ha fatto capire che la sconfitta non era una un’opzione per me e se fossi riuscita in quello, allora niente sarebbe stato impossibile. Questa esperienza mi ha fatto capire che quello che conta è la capacità di rialzarsi e ricominciare, senza perdere di vista il passato, perché guardando indietro si può capire in cosa abbiamo avuto successo e in cosa no.
In pratica poi ho scelto un lavoro guidata dalle mie competenze “ tecniche”, affinchè potesse concretizzarsi in tempi brevi e con la previsione di poterlo fare per più tempo possibile. Non so se consiglierei mai a nessuno di inseguire un sogno, piuttosto direi di crearlo in base al proprio carattere e a quello che si è pronti a fare per ottenere un risultato che bisogna anche imparare ad apprezzare.
Cosa significa per lei essere ribelle?
Ribelle per me significa essere capace di affrontare il cambiamento inteso come possibilità di crescita e non come accettazione passiva di ciò che accade. Vuol dire attraversare il rischio che i famigliari si sentano trascurati, anche se tutto quello che fai è per loro. Significa decidere di perdere 50 chili perché senti che il cappottone di grasso non funziona come protezione per quello che da dentro di te cerca di uscire. Significa fare i conti con l’incognita che qualcuno veda come sei realmente e non ti riconosca più per la persona che sei diventata fisicamente e anche mentalmente.
Quale consiglio darebbe a una persona che vuole iniziare la sua impresa?
- Non limitarsi a sognare, ma riflettere su cosa si è disposti a fare per ottenere quello che si vuole.
- Non scegliere un lavoro perché è bello e non escluderne uno perché è brutto: pensare, piuttosto a come lo faresti e cosa potrebbe rappresentare per te e per i tuoi cari.
- Inizia a fare qualcosa subito, non rimandare.
- Guardati indietro con distacco e pensa in cosa sei riuscita, in cosa no e cosa ti ha reso orgogliosa di te stesso. Forse non saranno queste cose a dirti che lavoro fare ma sicuramente ci sono lavori che richiedono persone con le tue caratteristiche. Così quello non sarà UN lavoro, ma il TUO lavoro, quindi espressione di te.
- Ricorda che il tuo lavoro è quello che fai anche dopo l’orario di lavoro, anche il sabato e la domenica.
- Impara a guardare indietro di tanto in tanto e a godere dei tuoi successi anche se alla fine ti rimarranno impressi più gli insuccessi.
- Gestisci bene le tue risorse.
- Investi nel tuo lavoro come se ogni giorno dovesse arrivare l’incarico o l’ordine più importante della tua vita: solo preparandoti continuamente riconoscerai le occasioni e sarai in grado di coglierle.